martedì 1 maggio 2012

Continuando a pescare dai miei vecchi quaderni .....
                                                
 "La pioggia a corona"

Si era già fatto tardi, lei tornava stanca dal suo ufficio dopo aver lavorato da sola e in silenzio per tre ore. Doveva recuperare dei permessi.
Desiderava tornare in fretta a casa ma aveva altre cose da sbrigare.
Spense il motore, scese dalla macchina e solo allora si accorse che il cielo si era fatto scuro. Stava per piovere e lei non aveva l'ombrello.
Decise di andare comunque dall'avvocato (era importante) e mentre aspettava che le si dedicasse qualche frettoloso minuto, sentì il primo fragoroso tuono e immaginò il lampo che aveva appena squarciato il cielo.
Uscendo dallo studio e scendendo le scale esterne, sentiva la pioggia battere forte sul tetto e intravvedeva lo spettacolo del temporale. Arrivata giù si fermò: pioveva troppo!
Si mise al riparo e restò lì, bloccata sola e in silenzio. Stranamente però non era inquieta, dimenticò le faccende da sbrigare e si lasciò distrarre da immagini sfocate che proponevano ricordi lontani. Rilassaata e serena scivolò così in una dimensione confusa e dolcemente surreale.
Ormai erano lei e la pioggia, vedeva ancora le case intorno e sentiva i commenti delle persone che si erano riparate lì vicino ma guardava solo la pioggia. Cercava di ricordarne il fenomeno fisico così come le era stato spiegato tanto tempo fa ma la freschezza che irradiava dal terreno bagnato avvolgeva il suo corpo e confondeva i suoi pensieri.
Ammirava i rivoli ingrossati che scorrevano veloci portando "in groppa" trasparenti cupole bianche piene d'aria. Incantata guardava il bellissimo dipinto che illustrava la scena: l'acqua scendeva dal cielo come tanti fili d'argento ininterrotti e sottili che ridiventavano gocce abbattendosi sul terreno con forza e disegnando, nel rimbalzo, infinite "corone da re".
Ecco cos'era: La pioggia a corona!
La chiamava così da bambina e le piaceva saltellare bagnata sotto la pioggia facendo attenzione a non schiacciare quei fantastici, fragili giocattoli della sua infanzia. Poi qualcuno la richiamava in casa interrompendo quel povero gioco di bambina povera a cui si negavano anche gli acquazzoni.
Ora nessuno glielo avrebe impedito ma non ha osato slatellare tra le corone. Si è concessa soltanto di camminare piano sotto la pioggia. Sentiva il fastidio dell'acqua fredda sulla sua pelle ma era allegra e contenta e, spensierata come non le capitava da tanto tempo.
Credo che si vedesse perchè più di una persona si è girata, lo sguardo stupito, a guardare quella donna con la sottana lunga e i cortissimi capelli neri inzuppati di pioggia.       



Un mio piccolo racconto come dono per la festa del Primo Maggio, la Festa del Lavoro. Per chi il lavoro lo cerca, per chi lo ha perso, per chi lo ha, per chi lo ha lasciato e per chi sta per lasciarlo senza tristezza e senza malinconia ma con la consapevolezza che il lavoro le ha permesso un'indipendenza importante, indispensabile per rendere digniitosamente libera la propria esistenza. Ciao







                                                                   

14 commenti:

  1. Bello e delicato il tuo racconto.Lasciarsi andare sotto la pioggia,lasciare scorrere i pensieri come l'acqua,rigagnoli che crescono ed occupano la mente.
    Per poi tornare al pensiero del lavoro,come conquista di libertà, come strumento di di crescita.Pensieri speciali per un giorno speciale.
    Ciao Serenella,continua a scrivere ed io continuerò a leggerti,con piacere.

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    1. ciao Chicchina ho curiosato tra i souvenirs del tuo ultimo viaggio rivivendo profumi e sensazioni di Napoli e dintorni con grande piacere grazie a presto

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  2. Conoscevo questo racconto che rileggo con vero piacere, ammirando la tua capacità di creare immagini e di far partecipare chi legge all'emozione del tuo ricordo
    bye Nina

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  3. Bel ricordo e bellissima dedica: mi unisco, sperando che il lavoro possa essere per chiunque un modo per esprimere le proprie potenzialità e capacità, e non un'ingiusta schiavitù.
    Ciao! :)

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    1. E' molto difficile oggi parlare del lavoro senza rischio di retorica, in questo mondo che sembra andare a rovescio è necessario tenere ferma la barra e saper andare anche controvento per non rimanere schiacciati da insensate logiche che vorrebbero mercificare ogni forma di affermazione che non passi per la deificazione del denaro. Questo spero che imparino a fare i nostri ragazzi e in questo confido per poter ancora immaginare un futuro degno della nostra "meglio" gioventù. Ciao Zio Scriba

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    2. ciao, nel rileggere i pochi sinceri commenti ai miei pochi post mi trovo molto d'accordo con quello che dici. Forse perchè da luglio sono in vacanza a tempo indeterminato mi appare ininfluente che io ti risponda solo adesso. Penso di pubblicare a breve qualche altra cosa,mi augro che tu possa essere ancora tra i miei lettori. Ti saluto, à bientot cher ami

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  4. Ciao serenella, arrivo dal blog di tua sorella Nina
    La pioggia a corona, la prima volta che sento questa bella espressione parlando della pioggia.
    Benvenuta..ti linkerò
    Ciao

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  5. Ti riscrivo perché come ti dicevo l'avevo già fatto, così verifichiamo cosa non funziona.
    Bellissimo racconto con immagini molto efficaci
    Ciao Nina

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  6. Grazie Rosy,ho curiosato ... in punta di piedi nel tuo mondo e mi è piaciuto. Ci tornerò ciao

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  7. sere che bella immagine di te stessa sola con te stessa.E' quella gioia di vivere che spunta all'improvviso e che dovremmo tenere spesso presente, ma quasi sempre dimentichiamo. spero che questo commento ti arrivi, non sono esperta, proprio come te. teneramenteterry

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  8. Cara Serena, sono alle prime armi come te, anch'io ispirandomi al tuo blog ho pubblicato sotto "teneramenteterry" un racconto tratto dal mio libro - Marucumbo -. Tornando al tuo bel racconto, non c'è che dire, scrivi in modo avvincente, mi è piaciuto veramente, anche perchè non l'avevo mai letto prima. Comunque so che arrivi oggi a Bova e se non porti il computer mi leggerai solo al ritorno. Un abbraccio, Teresa

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  9. NO.
    Non è finita così,
    io c'ero, ero unodi quelli che guardava stupito
    e l'ho vista quella lì coi caelli corti sotto la pioggia
    non è vero che camminava piano,
    saltellava tra le gocce quasi avesse paura di pistarle
    tant'è vero che ho pensato che volesse schivare le pozzanghere
    invece no, saltellava tra le gocce e non capivo perchè.
    Adesso lo so.

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    1. gentile Massimo mi piace molto che tu mi abbia notata e che, così, continuando il gioco di quella bambina, ti sia unito a me nel ricordo di un giorno di pioggia. Non so se ricomincerò a pubblicare,ho sempre tanto timore a mostrare momenti intimi della mia vita. Se e quando ... sappi che sarà dedicato a te. Hasta luego amigo!

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  10. Aspetto,
    son qui dentro sta finestra
    ma non tardare.

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