domenica 6 gennaio 2013

Buongiorno a tutti e buon anno. Meglio tardi che mai, così si dice. Sono stata a lungo senza computer perchè si è rotto e anche adesso sto usando uno non mio. Sarà perchè è il primo anno, dopo tanti, di ritrovata libertà del mio tempo che sto vivendo una specie di euforia per cui passo da una vacanzina all'altra e sono sempre in giro. A casa della Nina, mia sorella, ho letto " Quattro soli a motore" dello zio Scriba e mi è piaciuto moltissimo per l'originalità della scritura e dell'intessitura del racconto. Forse dovrei dirlo a lui ma sicuramente non servono i miei complimenti del put. Lo dico a voi che mi leggerete per condividere il piacere di questa lettura.
Ora vado un pò in Francia e quando tornerò a casa forse diventerò più assidua, mi scuso con i commentatori a cui non ho potuto rispondere e che ringrazio per la simpatia e la cortesia dimostrata.
Un abbraccio circolare e ... alla prossima

giovedì 11 ottobre 2012

A Ruga

Na vota quand'eramu figghioli
ddhu pocu i ruga a scupavamu soli
na scupiceddha vecchia e na palitta
na discurruta cu a vicina stritta

'Nc'era nu sulu spazzinu ndo paisi
ndavia na scupa longa ed era schettu
chianu chianu nde straticeddhi strtti
cogghiva mundizzeddhi ndo carrittu

Poi vinni lu benessiri sociali
portau ricchizza cultura e civiltà
ognunu canusciu jorna speciali
di cuntentizza e di serenità

Ma l'omu esti nu puzzu senza fundu
e non si sazia mai, non duna tregua
Si faci u panzuneddhu tundu tundu
a ancora voli i mangia jornu e sira

Ora chi ndi mangiammu quasi tuttu
trasiu la crisi ndi li nosci casi
e tanti cori su vestuti a luttu
ca perdiru u benessiri e la paci

A milli a milli perdinu u lavuru
non c'esti scampu, non c'esti ristoru
cu i mani si cumbogghianu la facci
comu dicimu nui: poveri e pacci!

Nci sunnu tassi ed é giustu mi pagamu
cacciaru l'ici e ndi misiru l'imu
ma lu problema é chi non basta mai
ca si mangiaru puru li catoi

Nde nosci rughi é sciutta la funtana
non c'esti cchiù spazzinu non c'é nettezza urbana
ca non c'esti na lira ndè Comuni
e o virdi sunnu u Statu e i Regiuni

Ndi veni vogghia pe mi nda fujimu
ma inveci mi ciangimu e mi gridamu
volissi cunsigghiari mi pensamu,
si é megghiu mi campamu nda lordìa o a scupiceddha pemmi ripigghiamu!




Come diceva qualcuno ... Cari amici vicini e lontani oggi mi va di "poesiare" per chi avesse difficoltà a capire sono disponibile a tradurre, grazie per l'attenzione!

mercoledì 9 maggio 2012

bon soir .... volevo dire che un pò per l'inesperienza un pò per il poco tempo che attualmente ho a , mi faccio sentire poco. Ho curiosato tra i blog amici degli amici ma ancora non riesco a relazionarmi comunque mi faccio coraggio e cerco di andare avanti.

martedì 1 maggio 2012

Continuando a pescare dai miei vecchi quaderni .....
                                                
 "La pioggia a corona"

Si era già fatto tardi, lei tornava stanca dal suo ufficio dopo aver lavorato da sola e in silenzio per tre ore. Doveva recuperare dei permessi.
Desiderava tornare in fretta a casa ma aveva altre cose da sbrigare.
Spense il motore, scese dalla macchina e solo allora si accorse che il cielo si era fatto scuro. Stava per piovere e lei non aveva l'ombrello.
Decise di andare comunque dall'avvocato (era importante) e mentre aspettava che le si dedicasse qualche frettoloso minuto, sentì il primo fragoroso tuono e immaginò il lampo che aveva appena squarciato il cielo.
Uscendo dallo studio e scendendo le scale esterne, sentiva la pioggia battere forte sul tetto e intravvedeva lo spettacolo del temporale. Arrivata giù si fermò: pioveva troppo!
Si mise al riparo e restò lì, bloccata sola e in silenzio. Stranamente però non era inquieta, dimenticò le faccende da sbrigare e si lasciò distrarre da immagini sfocate che proponevano ricordi lontani. Rilassaata e serena scivolò così in una dimensione confusa e dolcemente surreale.
Ormai erano lei e la pioggia, vedeva ancora le case intorno e sentiva i commenti delle persone che si erano riparate lì vicino ma guardava solo la pioggia. Cercava di ricordarne il fenomeno fisico così come le era stato spiegato tanto tempo fa ma la freschezza che irradiava dal terreno bagnato avvolgeva il suo corpo e confondeva i suoi pensieri.
Ammirava i rivoli ingrossati che scorrevano veloci portando "in groppa" trasparenti cupole bianche piene d'aria. Incantata guardava il bellissimo dipinto che illustrava la scena: l'acqua scendeva dal cielo come tanti fili d'argento ininterrotti e sottili che ridiventavano gocce abbattendosi sul terreno con forza e disegnando, nel rimbalzo, infinite "corone da re".
Ecco cos'era: La pioggia a corona!
La chiamava così da bambina e le piaceva saltellare bagnata sotto la pioggia facendo attenzione a non schiacciare quei fantastici, fragili giocattoli della sua infanzia. Poi qualcuno la richiamava in casa interrompendo quel povero gioco di bambina povera a cui si negavano anche gli acquazzoni.
Ora nessuno glielo avrebe impedito ma non ha osato slatellare tra le corone. Si è concessa soltanto di camminare piano sotto la pioggia. Sentiva il fastidio dell'acqua fredda sulla sua pelle ma era allegra e contenta e, spensierata come non le capitava da tanto tempo.
Credo che si vedesse perchè più di una persona si è girata, lo sguardo stupito, a guardare quella donna con la sottana lunga e i cortissimi capelli neri inzuppati di pioggia.       



Un mio piccolo racconto come dono per la festa del Primo Maggio, la Festa del Lavoro. Per chi il lavoro lo cerca, per chi lo ha perso, per chi lo ha, per chi lo ha lasciato e per chi sta per lasciarlo senza tristezza e senza malinconia ma con la consapevolezza che il lavoro le ha permesso un'indipendenza importante, indispensabile per rendere digniitosamente libera la propria esistenza. Ciao







                                                                   

mercoledì 25 aprile 2012

Stella Rossa


Stella Rossa

Tu eri alla finestra sorella partigiana
commossa dai ricordi e dalla nostalgia

Andando con la mente al coraggio
giovanile di te e di tanti altri,
noi ti salutavamo
Il Venticinque Aprile

Simbolo di coraggio,
scendeva con la pioggia
una Stella di Natale
ed era quasi maggio!

Felice di esserci quel giorno
a Milano
a cogliere in quel fiore,
sopravvissuto a stento,
il profumo e la forza di un
più lontano tempo.



Milano 1994. Assieme a cinque mie sorelle ero alla manifestazione nazionale per il Venticinque Aprile, una pioggia battente ha accompagnato il corteo per l'intero percorso e per tutto il pomeriggio ma il calore di tanta partecipazione consolava il cuore di tanti di noi dopo un risultato elettorale da choc che avrebbe portato al primo governo Berlusconi e all'affermazione della Lega. Passando per corso Buenos Aires una donna alla finestra che lasciava cadere petali di una Stella di Natale, colpì la mia sensibilità e ancora è vivo in me il ricordo di quel momento che fin da subito ho racchiuso in questi pochi versi. Ciao e buona festa a tutti  

sabato 14 aprile 2012

Mi presento

Eccomi arrivata ma parlerò di me tra qualche giorno, ora sono in vacanza